mercoledì 22 giugno 2016



Vorrei farti madre
per vedere
che piangi di nuove gioie.
Vorrei farmi padre
per non essere
più un figlio nel mondo.
Perdere le notti
per accudire la nascita
invece di coltivare la morte.
Poter ancora costruire
dopo la demolizione sistematica
dei mie primi trent’anni.
Nell’età dei primi funerali
che prendono il posto
dei compleanni e i matrimoni,
i vicini muoiono lentamente
nelle cucine  e sui divani
il corpo soffre dei maledetti vizi
la testa lamenta il non fatto.
Ci vuole uno sguardo puro
per cantare una nuova canzone
una creatura che non sa nulla
per insegnarci la vita.