sabato 19 gennaio 2019


L’amore non fa rumore,
non si canta alla finestra
o nei karaoke con gli amici.
L’amore acceca, forse,
come la neve di stamane.
Libera oggi dal peccato
e dal peggiore degli anni.
L’amore è scrivere
una preghiera al giorno
per chi se ne va via
silenzioso come in vita.
Di chi rimane è allora
che ne prende il carico
e lo centellina a gocce.
Lo nutriamo di memoria
e del meglio che c’è.
Mescoliamo bene,
con la pazienza
e il tempo necessario
per far di due uno.
Solo così resiste l’amore.
Come non fosse mai pronto
sempre mancante di un giorno
e poi ancora di un altro
che alla fine la vita non basta.
Sul limine, verso la fine
come una coda di lupo
che saetta per la via
quasi la afferri, ma fa paura.



Rimangono poche cose:
una tazza sbeccata
in un giovedì di marzo,
va di moda lo zenzero,
ci mette voglia di fumare.
Mentre bevi un infuso,
la lasci cadere sul tappeto.
E così te ne sei andata,
non ti faceva stare bene,
quel nostro stare insieme
era scalfito dal tempo.
“Ho un dolore qui nel petto
solo se siamo vicini.”
Restano frammenti,
nella memoria del telefono,
nelle scatole di un trasloco
e nel cambio di stagione.
Mi sorprende guardare
lo scontrino di un pranzo al mare
e una coperta di pail
troppo grande ormai.
Che se passa ancora un anno
tu comunque non scolori,
sei nei pezzi che mancano
come in quelli che resistono
alle mani tue e al cuore mio.
Io come la tazza ho una ferita
ma conservo la funzione.