martedì 20 giugno 2017


La sera ogni giorno
cucino per due
il tuo lato apparecchio
e riempio il bicchiere
lo guardo in silenzio,
poi prego dio.
è dopo la cena
che siedo alla riva,
e aspetto il ritorno 
lo faccio cantando
al mare e al cielo.
Aspergo di briciole
la battigia umida,
cammino per ore
finché il cielo rosseggia.
A piedi nudi 
avverto il mio peso
così come la tua assenza.
Di ritorno non trovo 
una scarpa sul molo,
penso a un dispetto
o uno scherzo d’amore
a te che sei lì
da qualche parte
tra i flutti e le secche.
Io intanto spero
che nulla mi costa,
il sogno più assurdo
è la mia fede tenace.