mercoledì 27 giugno 2018



In un giorno come tanti
afrore come di fuoco appena estinto
alla fine del maggio più triste.
Senti ancora il sangue che scorre
più veloce al mattino 
quando passi tu.
Una linea gotica mi difende 
dall’abbaglio del mondo 
che fai leggero
come la cenere sospinta
della vampa quasi spenta. 
Quello che resta sulla pelle
è un calore vivo 
che irradi e risplendi,
non quello asfissiante 
di questo giugno inclemente
ma il tepore di carne che ha voglia
di ballare in un rave
e fermarsi solo il necessario
in un letto magari
per fare l’amore bene
fino a spegnersi l’un l’altra.
E farsi acqua oppure brina
seguire un vento nuovo
e superare le barriere
le difese mie e i confini tutti.