venerdì 6 ottobre 2017

Ho chiuso un cerchio
di tratto leggero
compiuto l’atto
di fede e dolore.
L’interpunzione mia
di uomo sulla terra
è fatta di punti a capo
come chiodi nella carne
e virgole di pelle
quasi fossero sorrisi.
Come un compasso
torno al punto 
da cui parto.
Ho circoscritto l’affetto
in una geometria domestica
la mia circonferenza
inscritta in un quadrato.
Una casa ad esempio
è ciò che mi basta.

Ripensi mai
al tempo dei capperi?
Avvinti alla pietra
cocciuti alla resa,
credevi per sempre
li avremmo trovati
come il sale grosso
e le mani di nonna.
Dell’acre del pascolo
appena trascorso
o del zuccherino
dell’erba morsa
per farne trombetta.
Gonfiavi le gote
ti lasciavi cadere
lì dove i pini
incontrano il mare.
Quanto fiato avevi
nelle corse in sella
e le immersioni
di fine settembre.
È vita che resta
anche se passa.
È il conforto di malinconia
nelle ore di tristezza.