sabato 18 giugno 2016



Delle tavole vuote
alla fine
cosa resta ?
Un passaggio,
e il pasteggio
di giorni
a tirar tardi.
Hai forse dimenticato
tutto il male
che mi hai fatto?
Il sapore del digiuno
l’agonia dello stomaco
e le notti bianche,
fumose dietro tende
a proteggere
stanze spoglie.
Per contemplare l’assenza
e non sentirne mancanza.
Basta questa piccola
e trascurabile serenità forse?
La farsa delle feste
come il tossico
sul corso vestito
da babbo natale.
Lo stesso del mese scorso
a chiedere spicci
Illuminato come le piazze.
Nei giorni a intermittenza
di sonno sul divano,
di vino buono
e bollicine nei flute,
nei calici a brindare
allo stesso cielo
che hai maledetto
a settembre
quando la vita era arida,
come la zolla nei campi
a un passo da Roca,
Dove il cristo
era bestemmia.