sabato 2 maggio 2020




Lascio che ballino
le parole sulle labbra
come una bimba compie
la lallazione di un amore.
Nei giorni della guerra
tengo un tempo di milonga
stiracchio ogni cosa
per tenerla ancora un po’.
Muovo le ciglia
come fossero colibrì,
mille volte al secondo
e scatto un’istantanea
alla quarantena sgualcita,
dei morti a cento a cento.
Accenno al corpo
come gli amanti
di “regardes coupables”,
diafano quasi al mondo tutto.
Barbuglia anche il cuore
(appuntato sulla nuova agenda
che inaugura i riti dei soli
e dei nuovi romanzi).
Puliamo gli angoli
smussiamo ogni spigolo
carezziamo gli angeli la sera
io, una piccola formica
e una donna che tira di boxe
a un metro esatto da me.
Fino a quando può durare
questa lenta catabasi?